La mastoplastica additiva è quell’intervento che ha come obiettivo l’aumento del volume del seno, inserendo una protesi.

Mastoplastica Additiva
Intervento
Dopo aver scelto il giusto tipo di protesi per forma, contenuto, superficie e volume, si può procedere all’intervento. Può essere eseguito in anestesia locale con sedazione, ma i più dei chirurghi preferiscono l’anestesia generale.
Incisione: L’incisione può essere eseguita intorno all’areola, nel punto di passaggio tra pelle pigmentata e pelle normale, o nell’ascella, dove è completamente nascosta. Una terza via può essere quella situata nel solco sottomammario, ma è la meno estetica, perché la cicatrice residua tende ad essere visibile anche con un costume da bagno. Livello d’impianto: La protesi può essere impiantata sopramuscolare, tra ghiandola e muscolo gran pettorale, o sottomuscolare.
Sopramuscolare. In tale posizione la protesi riempie meglio il seno, ma i suoi bordi possono risultare maggiormente visibili o palpabili, soprattutto in casi in cui vi è pelle sottile e poco grasso sottocutaneo.
Sottomuscolare. Alloggiata sotto il muscolo pettorale, la protesi è più nascosta ed i suoi bordi sono meno visibili.
Post Operatorio
Un semplice reggiseno compressivo viene posto alla fine dell’intervento. I drenaggi vengono rimossi la mattina dopo e la paziente viene dimessa. Nell’immediato post-operatorio può esserci un po’ di dolore al torace, specialmente se la protesi è stata impiantata sotto il muscolo pettorale.
I punti di sutura, usando fili riassorbibili interni, non necessitano di rimozione. Inizialmente il seno è un po’ gonfio e duro, progressivamente si sgonfia e si rilassa, sino ad acquisire l’aspetto definitivo dopo diversi mesi.
Effetti Secondari
Anche se raramente, sono possibili ematomi od ecchimosi che, in genere, regrediscono spontaneamente senza bisogno di terapia. Più temibile è l’insorgenza di un’infezione, che costringerebbe a rimuovere la protesi stessa. Fortunatamente tale complicanza è oggi più teorica che reale grazie all’accuratezza della sterilizzazione, purché l’intervento sia eseguito in strutture idonee. Le ferite chirurgiche devono sempre essere tenute pulite, soprattutto nei primi giorni dopo l’intervento. Le croste sono nemiche di una buona cicatrizzazione e devono essere rimosse utilizzando della garza imbevuta in semplice acqua ossigenata.
L’indurimento delle protesi è la complicazione più probabile. Quando si inserisce una protesi, l’organismo la riconosce come un corpo estraneo non pericoloso e la circonda da una capsula di cicatrice. Lo spessore di tale capsula varia da persona a persona in base ad un’individuale sensibilità. Se diviene molto spessa tende ad irrigidirsi ed a contrarsi, imprigionando la protesi che perde cosi la sua sofficità e motilità.
Quando ci si sottopone ad un intervento chirurgico di mastoplastica additiva bisogna sempre essere consapevoli del rischio che questa complicazione possa presentarsi, anche se le probabilità che ciò avvenga, con le attuali protesi di buona qualità, sono ridotte al 5% circa.
Per il primo mese è opportuno non esporsi al sole senza adeguata protezione. E’ meglio evitare l’attività sportiva e gli sforzi fisici in genere per almeno due mesi. Il normale allattamento è possibile, benché esso sia sconsigliato per motivi d’ordine esclusivamente estetico, poiché contribuisce a sciupare il seno dilatando la pelle.
Mammografia e protesi in silicone
Nonostante sia stato dimostrato da diversi studi che le protesi mammarie in silicone non inducono tumore al seno, esse possono interferire negli esami standard di mammografia, per tale motivo il radiologo deve essere avvertito della loro presenza, potrà così applicare metodi d’indagine specifici che consentono un’ottima visibilità dell’accertamento, senza mettere a repentaglio l’integrità delle protesi.