Giuseppe Leopizzi | Rinoplastica
18096
post-template-default,single,single-post,postid-18096,single-format-standard,nouveau-core-1.0.4,ajax_fade,page_not_loaded,,wpb-js-composer js-comp-ver-6.4.1,vc_responsive

Rinoplastica

Rinoplastica

La finalità della rinoplastica è quella di correggere un naso congenitamente non bello o ripararlo se alterato da un trauma. Benché sia uno degli interventi più diffusi ed apparentemente semplici, la rinoplastica è un intervento difficile. Diversi elementi concorrono nel determinare un risultato soddisfacente. Oltre alle capacità dell’operatore ed alla sua tecnica operatoria, è molto importante che egli sappia individuare i reali difetti del naso da operare, correlandoli all’insieme del viso. Da questo insieme di fattori deriva la possibilità di ottenere un risultato naturale, che rispetti la fisionomia. In sostanza non si deve “costruire” un naso teoricamente perfetto, che potrebbe risultare estraneo, ma è necessario eliminare i difetti di “quel” naso senza sconvolgerlo, lasciando intatta la struttura di base; solo così il risultato finale sarà armonico con il resto del viso. Eseguo la rinoplastica in anestesia generale (più sicura delle locali con sedazione spinta) e con una notte di ricovero. La sicurezza al primo posto. La tecnica che uso è quella chiusa, cioè tutto dalle narici senza tagli esterni.

Il cambiamento chirurgico della forma del naso è praticato agendo sulla parte ossea e sulla parte cartilaginea, che costituiscono l’impalcatura della piramide nasale. La punta è ridotta, la gobba attenuata od eliminata, le ossa ristrette. Ma non tutto ciò che vorremmo può essere fatto. Vi sono dei limiti anatomici che non possono e non devono essere superati, perché il risultato finale dipende molto da essi. L’elasticità della pelle e il suo spessore giocano un ruolo importante. Una pelle sottile si adegua più facilmente alla nuova forma dello scheletro osseo e cartilagineo che abbiamo conformato, mentre una pelle più spessa ha maggiori difficoltà ad adattarsi e richiede un tempo maggiore per raggiungere il risultato definitivo. Una punta grossa con pelle spessa e grassa, anche se ridotta, rimarrà sempre un po’ rotonda, perché la pelle mantiene un po’ la memoria della forma precedente e non si adegua totalmente alla struttura cartilaginea modificata. Di tali fattori il chirurgo deve tener conto durante l’intervento, perché non è possibile modificare totalmente a nostro piacimento la forma delle strutture nasali. Tentando di forzare la situazione oltre un certo limite, si corre il rischio di incorrere in una riduzione della funzione respiratoria nasale ed in un risultato estetico poco naturale. La dimissione avviene il mattino dopo l’intervento, senza tamponi nasali. Un lieve gonfiore è una costante, raggiunge il suo massimo dopo due giorni e la sua entità è differente da soggetto a soggetto. Spesso i lividi sono assenti o appena percettibili. Dopo un mese circa il naso appare decisamente più sgonfio, ma la punta richiede tempi più lunghi, non si può parlare di risultato definitivo prima di sette o otto mesi.